I vantaggi del bilinguismo per i bambini non sono solo cognitivi, ma anche sociali e competitivi. Scopriamoli insieme in questo articolo!
Cosa si intende con bilinguismo?
Il bilinguismo non è altro che la capacità che una persona ha di usare alternativamente e senza difficoltà due diverse lingue.
Il bilinguismo assoluto in realtà non esiste (o forse solo in rari casi), infatti una delle due lingue è spesso predominante e l’altra minoritaria. Ma questo poco importa, l’importante è sapersi destreggiare tranquillamente tra l’una e l’altra lingua.
Nonostante nel tempo si siano radicati diversi falsi miti sul bilinguismo (i bambini bilingue fanno confusione tra le due lingue, non impareranno bene nessuna delle due lingue, si sentono emarginati dagli altri…) gli studi scientifici più recenti ci dicono invece che i vantaggi di un bilinguismo precoce sono invece molto importanti.
I vantaggi del bilinguismo per i bambini sono molteplici:
Vantaggi cognitivi
I bambini bilingue:
– sono più flessibili e creativi in quanto nel loro vocabolario possiedono due o più parole per esprimere la stessa idea o lo stesso oggetto;
– ottengono migliori risultati accademici, migliori risultati nella risoluzione di problemi ed esercizi di logica e di conseguenza sviluppano una maggiore autostima;
– sono più interessati ad apprendere una terza lingua ed hanno migliore capacità di analisi sia della propria lingua madre sia delle lingue straniere
Vantaggi sociali
Il bilinguismo semplifica la comunicazione favorendo più ampi contatti e sviluppando la capacità di comprendere popoli di diverse culture.
Il bambino, attraverso l’apprendimento di diverse lingue, sviluppa una maggiore apertura e tolleranza nei confronti delle culture straniere, mantenendo comunque uno spiccato senso di appartenenza alla propria
Vantaggi competitivi
I bambini che imparano le lingue in tenera età e ne continuano il processo di studio fino all’età adulta, svilupperanno un sicuro vantaggio competitivo nei confronti dei loro colleghi al momento dell’ammissione all’università e nella loro carriera professionale.
Wow, non è fantastico? Ma allora…
Qual è il periodo migliore per introdurre una seconda lingua nella vita di un bambino?
Per imparare una seconda lingua esiste un’età magica che va dalla nascita fino agli otto anni. Poi la facilità e la naturalezza con la quale il cervello di un bambino riesce ad apprendere diminuisce con la crescita e lo sviluppo del sistema nervoso.
Fino ai 7/8 anni infatti, i bambini apprendono una seconda lingua (o terza lingua) nello stesso modo in cui apprendono la lingua madre.
Ma con la crescita la plasticità che ha il cervello alla nascita e nei primi anni di vita svanisce progressivamente.
Quindi, quanto prima il piccolo viene avvicinato ad una lingua straniera, tanto più semplice e naturale sarà per lui il processo di apprendimento.
Il momento migliore in assoluto per iniziare a parlare una seconda lingua ad un bambino è quindi alla nascita, o ancora meglio quando è ancora nel pancione della mamma.
Sarà già in grado di distinguere i diversi suoni e riconoscerli alla nascita. Non è incredibile?
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